Comitato Promotore Ostia Comune | Storia e identità
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Storia e identità

Ostium

L’attuale Ostia Antica visibile negli omonimi scavi, fu fondata su un castrum difensivo sorto per controllare l’accesso a Roma dal Mar Tirreno e dal Tevere. Antico porto fluviale e principale sbocco marino della Roma regìa e imperiale. E’ un sito di rilevante importanza della Roma Imperiale.

Il medioevo

Il Borgo di Ostia antica allora Gregoriopoli,  agli inizi del medioevo era ormai diventata il punto di arrivo via mare ai cristiani provenienti a Roma da oriente e medioriente ed era stata elevata a sede episcopale già nel terzo secolo. Fu teatro di incursioni navali saracene.

Dopo VII secolo

Nobili casati furono gli attori del territorio di Ostia dopo il 1600. La dimora dei Chigi nella grande pineta di  Castel Fusano è parte della nostra storia, arte e monumenti da preservare nel tempo.

IDENTITÀ STORICA E CULTURALE DI OSTIA E OSTIA ANTICA

 

OSTIA MODERNA

1884/1900 – Dalla bonifica alla colonizzazione fino alla fondazione del Lido di Ostia, affaccio geografico e propagandistico della Roma fascista sul Mediterraneo, e al secondo conflitto mondiale

L’antica Ostium si è evoluta e a Sud del Tevere (ri)nasce, diventando “Lido di Roma” durante un secolo e mezzo di mutamenti ed eventi storici e umani che su questa sponda del Mediterraneo hanno visto nei millenni il ciclico alternarsi di glorie, cadute e promesse mancate da una parte e sconvolgimenti climatici dall’altra che l’hanno trasformata in una città balneare dopo essere già stata baluardo difensivo, granaio imperiale e prima colonia di Roma (49 a.C.) ed elevata da Mussolini ad affaccio geografico di Roma sul “Mare Nostrum” che riconquistando il suo posto un tempo perduto sotto il sole lungo la costa degli antichi Cesari, volle riattualizzare l’antico legame tra Roma e il mare rinnovandolo, saldandolo e proiettandolo verso il futuro in nome del fascismo che si era appropriato del mito di Roma.

Ostia, seppur temporaneamente, all’epoca per un luminoso barlume di tempo (ri)vide la luce e andò incontro a gloria e progresso rinnovati e incentivati da opere pubbliche importanti e determinanti per un sviluppo fulmineo. Fu infatti merito della bonifica dell’agro romano dalle paludi malariche voluta da Giuseppe Garibaldi dopo l’unificazione del Regno e successivamente dal re Vittorio Emanuele II, finanziate dal governo Depretis, realizzate dai ravennati a partire dal 1884, che i governi nazionali e comunali in carica diedero gli indirizzi e resero concreta una duplice conquista: “Pane e lavoro” cit. dai tratti epici. Si hanno notizie tramandate oralmente di padre in figlio fino a tempi recenti che già a partire dal 1890, in tempo di bonifica, un nucleo di famiglie di pescatori di telline provenienti in prevalenza da Napoli, Mondragone e dalla Puglia, si stabilì sulla costa dopo oltre dodici secoli.

 

Il borgo dei Pescatori

Il borgo dei Pescatori fu il primo nucleo abitativo sorto sul litorale romano, il secondo sulla costa dopo Gregoriopoli, ad Ostia Antica, dopo oltre 1200 anni di malaria e abbandono strategico alla natura. Parallelo al canale dei Pescatori tra la foce e la pineta secolare di Castel Fusano, lungo l’antico canale neroniano che al tempo (I sec. d.C.) aveva favorito lo sfruttamento delle saline (conquistate secondo la leggenda agli etruschi di Veio, sotto Anco Marzio, quarto dei re di Roma nel IV secolo a.C.), il borgo fu ufficialmente inaugurato il 4 aprile 1932. Tra le curiosità, il merito fu soprattutto delle buone ambasciate e pressioni esercitate presso Mussolini da parte della giornalista, poetessa e scrittrice Margherita Sarfatti, che amava questo luogo del quale era ex collega dai tempi della conduzione di giornali. (Ndr) San Nicola di Bari è il santo patrono di questo borgo e la sua statua fu donata dall’Associazione di San Nicola nella Basilica di Bari.

 

10 Dicembre 1920 – La “prima pietra” della città nuova

Il periodo di maggior splendore si ebbe negli anni Trenta, tuttavia Ostia moderna viene ideata e fondata fin dagli inizi degli anni Venti in seguito alle intuizioni di Paolo Orlando, Senatore del Regno, che caldeggiò la spesa di soldi pubblici per investimenti strategici dai quali furono realizzate diverse opere importanti tra le quali in primis la costruzione della Stazione Centrale. Fu infatti conseguenza e merito delle nuove vie di comunicazione che Ostia crebbe e si sviluppò in modo esponenziale nel progresso e con i commerci, riappropriandosi per eredità sia familiare che morale della propria antica, primordiale vocazione: un vanto assoluto che lo stesso Re Vittorio Emanuele III fece proprio, presenziando alla posa della prima pietra nel corso di una cerimonia alla presenza delle maggiori autorità politiche, militari e civili. In quegli anni fu bonificata anche Fiumicino. All’Idroscalo venne allestito e realizzato l’aeroporto per idrovolanti “Carlo Del Prete”, tra la foce del Tevere, sulla riva sinistra, di fronte al lungomare della evoluzione urbanistica di Portus e l’antica LIBANUM ALMAE VENERIS attuale Isola Sacra, quartiere del comune di Fiumicino, (autonoma da Roma e dal Campidoglio dal 1994); oltre all’inaugurazione della via del Mare, la prima autostrada gratuita e illuminata d’Italia, inaugurata nel 1927. Il nome dello scalo fu dedicato alla memoria di Carlo Del Prete, il giovane ufficiale aviatore che volò fino al Brasile con Arturo Ferrarini, deceduto in un incidente aereo nel 1928, e Francesco De Pinedo. Dall’idroscalo di Ostia, frequentato anche da Italo Balbo che lo amava molto, decollano le linee aeree per l’Africa Orientale Italiana, la cosiddetta “Linea dell’Impero”.

 

1945/1962 – Il dopoguerra e il “peccato originale” di Ostia: la città interrotta

Dopo la firma della cessazione delle ostilità e la sconfitta delle dittature europee, su Ostia cadde di nuovo l’oblio, divenuto rapido e progressivo fino agli anni Sessanta, quando le riforme industriale, edile, agraria e scolastica cominciarono a produrre sviluppo nel paese ed unitamente al contributo degli investimenti americani fecero dell’Italia il quinto paese industrializzato del mondo.

Fino ad allora la città razionalista del benessere e del bel vivere giaceva dimenticata e abbandonata ai suoi guai e alla sopravvenuta povertà. Così, quello che era stato in passato un esempio di sano sviluppo urbanistico, unitamente ai suoi tesori da poco tempo emersi dalle paludi e dai pesi del tempo, rimase ancora una volta nel dimenticatoio, abbandonato all’incuria, al disinteresse ed al degrado. Ostia divenne suo malgrado vittima dell’abusivismo edilizio e diverse borgate e sotto borgate proletarie sorsero spontaneamente con baraccopoli presenti in più parti del territorio.

 

Anni Sessanta e Settanta

Tuttavia un vento nuovo derivante dal boom economico di fine anni cinquanta e dei primi anni del Sessanta avrebbe contribuito a una nuova rinascita e pur con i suoi contrasti e paradossi la città conobbe un nuovo periodo di prosperità. Grazie alla cinematografia e alla vicinanza con il centro politico nazionale della capitale e dell’aeroporto internazionale di Fiumicino ci fu chi cominciò a investire o a reinvestire nelle attività economiche. Ostia tornò alla ribalta grazie alla presenza sopratutto durante il periodo estivo dei vip dell’epoca, capi di Stato e di governi nazionali e internazionali, attrici e attori famosi, registi e cantanti in voga in quel periodo ma sopratutto per merito delle Olimpiadi di Roma del 1960, periodo in cui fu prolungata fino al mare la Cristoforo Colombo, il cui lavoro, componente importante del progetto dell’Esposizione Nazionale prevista nel nuovo quartiere Eur era stato interrotto con lo scoppio della guerra, ma contestalmente fu realizzato a Fiumicino l’aeroporto internazionale per uso civile, il Leonardo Da Vinci. E fino agli anni Ottanta la crescita di Ostia Lido fu esponenziale e resta tuttora inarrestata, sia essa urbanistica che residenziale, ma fino ad allora, era stata spontanea e priva di criteri. Pian piano le borgate si allargarono ma insieme alle case popolari arrivarono anche i dollari delle compagnie aeree di tutto il mondo che avevano necessità di trovare alloggi di qualità e alberghi di classe per i propri dipendenti. Furono realizzate palazzine moderne e migliorata la condizione urbanistica del territorio anche tramite lo strumento tecnico del Piano regolatore generale di Roma del 1961. Il territorio iniziò ad essere abitato oltre che dalla seconda generazione di commercianti e pescatori, anche da operai edili, nuovi imprenditori e contestualmente da lavoratori e pendolari con le proprie famiglie provenienti da fuori, ma di contro, pure dai disperati e dai profughi di guerra che da Roma furono mandati a vivere nelle periferie più estreme della capitale, Ostia in primis. Lo sviluppo di Ostia e di tutto il territorio di competenza amministrativa iniziò ad essere pianificato e si cominciò a realizzare anche opere di urbanizzazione mancanti laddove fino ad allora non erano ancora state compiute. Da quegli anni in poi Ostia e sopratutto i quartieri dell’entroterra crebbero e si svilupparono ancora, ma ancor di più in maniera eterogenea e con contrasti sociali aggravati dalla scarsa volontà della classe politica capitolina.

 

1980 – Nascita delle circoscrizioni comunali a Roma

Con gli anni Ottanta vi fu un primo tentativo di autonomia locale politico amministrativa e a tale intento vennero istituite dal comune di Roma le prime forme di autonomia locale chiamate “circoscrizioni” e rese operative e funzionali per decentrare poteri e uffici pubblici per modernizzare la capitale d’Italia. Per altri dieci, quindici anni, non accadde nulla fuorché cementificazioni, depredazione dell’ambiente e della natura, l’occupazione di spazi pubblici e residenze private sia appena edificate che in via di costruzione, oltre a poche opere di urbanizzazione che insieme all’abusivismo edilizio frutto delle speculazioni hanno costituito quello che a tutt’oggi chiamiamo dissesto idrogeologico. Infatti fin dagli anni settanta la corruzione dilagante aveva causato i danni maggiori. L’agglomerato urbano, sociale e civile si era ormai sviluppato ed era ben consolidato ma ancora colpevolmente privo di possibilità, di posti di lavoro che non fossero per pendolari, ma anche di scuole, di spazi di aggregazione e di uffici pubblici, di piazze e di giardini curati, privi come si era di un vero spirito di comunità e identità che da soli avrebbero potuto scalfire il disinteresse, il degrado e tutto il resto che negli anni ha portato la situazione generale al limite dell’indecenza. Fu così il territorio vide ancora una volta una crescita interrotta.

 

1991/2000 – Tangentopoli e la rinascita interrotta

Tra le altre carenze fino all’inizio degli anni Novanta, di opere di urbanizzazione primaria e secondaria effettivamente compiute e realizzate se ne potevano contare ancora poche e l’abusivismo edilizio, unitamente al degrado politico sociale e urbano si erano estesi a macchia d’olio sul territorio, raggiungendo e superando ogni limite e tutto ciò contribuì a ostacolare e indebolire ogni speranza e fiducia da parte dei residenti. Almeno fino a quando un nuovo virgulto non si concretizzò in un rinnovato quanto divenuto necessario rinnovamento e vigore sia politico che civile, ma soprattutto sul piano amministrativo. E fu per merito degli effetti dell’inchiesta “Mani pulite” che un conseguente nuovo ciclo intrapreso dai partiti e dall’intera classe politica Sia Capitolina che locale che per un decennio la città tornò a respirare e a vivere aria, speranze e nuove certezze di progresso. Tra il 1993 e il ‘94 si posero e solidificarono le basi per una rivoluzione pacifica e democratica, civile e progressista che indubbiamente avrebbe aperto sempre più le strade verso un nuovo e luminoso futuro, se quel buono, lungimirante e assai virtuoso cammino non fosse stato interrotto qualche anno dopo nel 2000 con la morte prematura per un male incurabile del giovane presidente del decimo municipio allora in carica, Massimo Di Somma, oltre che da cambiamenti di regole, delibere e aspetti generali che fino ad oggi hanno non solo complicato e appesantito la burocrazia e la qualità della vita di residenti e imprenditori, turisti e avventori, ma peggio ancora e vieppiù impedito ogni possibile ed eventuale trasformazione migliorativa e protesa ad una migliore gestione pubblica per assenza volontà e capacità politica e amministrativa, e di progetti e finanziamenti pubblici.

 

Dal 2001 a oggi – Istituzione delle Aree Metropolitane; sant’Agostino patrono della città di Ostia; commissariamento

Fino all’istituzione dei municipi l’amministrazione locale di Ostia e dei territori di propria competenza non godevano né di autonomia patrimoniale né tantomeno decisionale. La nascita dei municipi di Roma fu sancita dalla delibera del consiglio comunale di Roma, numero 21 del 18 gennaio 2001 e dalle modifiche successive sulla istituzione dell'”Area Metropolitana di Roma”, al termine di un lungo percorso politico, burocratico e amministrativo iniziato nel 1995, ha finora palesato l’aggravarsi dei malgoverni ai quali si è aggiunta una grave connessione tra la classe politica capitolina e municipale con sacche di criminalità organizzata alla quale dopo un drammatico commissariamento del municipio quarto referendum per l’istituzione di Ostia e Ostia Antica comune, 2016, si è unita totale incapacità politica, progettuale e in termini di migliori e più opportune opportunità per una città giunta davanti a un bivio epocale quanto per tutti noi residenti impegnativo, soprattutto in questi tempi di scelte e dopo cotanto recente percorso testè riassunto a grandi linee che ad ogni modo induce ad una serena riflessione.

 

STEFANO LESTI

Note

(Le fonti bibliografiche di questo testo provengono dagli studi e le pubblicazioni ufficiali relativi alla storia gemella delle città di Ostia e Fiumicino)